San Sebastiano
Benedetto Da Maiano (Maiano, 1442- Firenze, 1497),
seconda metà sec. XV (1490-1491 circa)
Marmo cristallino
La scultura raffigurante San Sebastiano è uno dei cinque frammenti di un pregevole altare marmoreo quattrocentesco sopravvissuti al terremoto del 1783, che distrusse completamente l’antica Terranova. Essa si presenta a sua volta frammentaria, mancando completamente della parte inferiore, ma nella sua bellezza originaria, grazie all’accurato restauro del 2004 eseguito presso l’Opificio delle pietre dure di Firenze.
Il Santo è rappresentato nella sua iconografia più diffusa: quella di un giovane che, con le braccia dietro la schiena legate a un albero, subisce il supplizio di essere trafitto dalle frecce.
Il realismo fisico del martirio è palese nella contrazione del busto, che s’inarca in avanti quasi a volersi liberare dalla stretta delle corde, oltreché nelle ferite lasciate dai dardi: unici segni di sofferenza in un corpo ben modellato.
La testa del Santo, leggermente rovesciata all’indietro, è definita dalla bella capigliatura ricciuta, incorniciante un volto imberbe e sereno, per nulla turbato dal martirio, il cui sguardo rivolto verso l’alto trasmette una soave dolcezza. Un morbido perizoma, annodato sul davanti, gli avvolge i fianchi, increspandosi sul lato sinistro, e accompagna con eleganza la linea sinuosa del corpo.
Solo nel 2000 Francesco Gaglioti ha ricondotto l’opera a Benedetto da Maiano - uno dei maggiori scultori toscani del XV secolo - collegando tutti i frammenti a un unico grande monumento, che l’artista scolpì nella sua bottega fiorentina tra il 1490 e il 1491.