Busto dell’Abate Giovanni Conia
Ignoto scultore calabrese, sec. XIX
Legno scolpito e dipinto
L’opera raffigura l’Abate Giovanni Conia (1752-1839). Nativo di Galatro, egli trascorse gli ultimi anni della sua vita a Oppido, nel cui Capitolo Cattedrale era entrato nel 1826. Fu anche insegnante di teologia nel Seminario diocesano, oratore, umanista e fine poeta dialettale.
A mezzo busto, la scultura lignea poggia sopra una piccola base rettangolare decorata a finto marmo recante il nome del personaggio effigiato. Conia è rappresentato in età matura, con i lineamenti marcati; indossa una mozzetta rossa bordata di ermellino, caratteristica dei Canonici del Collegio Capitolare oppidese e reca in testa lo zucchetto. La fronte aggrottata, gli occhi vivaci e le labbra serrate, accennanti appena un sorriso, conferiscono al volto un’espressione vagamente ironica, ma bonaria.
La buona fattura dell’opera è offuscata dai colori troppo accesi dovuti a un maldestro restauro, eseguito probabilmente negli anni Ottanta del secolo scorso.
L’epoca di realizzazione dell’opera è ascrivibile ai primi decenni dell’Ottocento, verosimilmente coincidente con quella della sua permanenza a Oppido, sotto l’episcopato di Mons. Coppola, di cui era fedele consigliere.
In quanto all’autore, è stata avanzata l’ipotesi che possa essere uno di scuola serrese, magari quel Giuseppe De Lorenzo di Garopoli, figlio del più noto Domenico, che Conia conobbe personalmente.