Sant’Elia Profeta
Raffaelangelo Musitano, 1858
Olio su tela
Questa tela narra la fuga di Elia nel deserto come racconta il 1 Libro dei Re 19, 1-8: “ma egli s'inoltrò nel deserto una giornata di cammino, andò a mettersi seduto sotto una ginestra, ed espresse il desiderio di morire, dicendo: «Basta! Prendi la mia anima, o Signore, poiché io non valgo più dei miei padri!» Poi si coricò, e si addormentò sotto la ginestra. Allora un angelo lo toccò, e gli disse: «Àlzati e mangia».
Egli guardò, e vide vicino alla sua testa una focaccia cotta su pietre calde, e una brocca d'acqua. Egli mangiò e bevve, poi si coricò di nuovo.
L'angelo del Signore tornò una seconda volta, lo toccò, e disse: «Àlzati e mangia, perché il cammino è troppo lungo per te».
Egli si alzò, mangiò e bevve; e per la forza che quel cibo gli aveva dato, camminò quaranta giorni e quaranta notti fino a Oreb, il monte di Dio".
Il dipinto appare equilibrato nella composizione e nella cura dei particolari.
I volti dei due personaggi sono realistici e le espressioni serene, i giochi di luci e di ombre danno plasticità alla rappresentazione, ogni gesto è studiato manifestando un’attenzione verso la realtà.
Un’iscrizione sul retro della tela cita “Raffaelangelo Musitano di Paracorio/ Dipinse nel 1858”, e permette di attribuire il dipinto e datarlo.