Tabernacolo
Bottega messinese, seconda metà sec. XVI
Marmo scolpito
Questo è uno tra i più interessanti reperti esposti nel Museo per manifattura e antichità.
La scena è incorniciata in un’edicola architettonica costituita da una fascia di base, recante l’iscrizione “QUI DE CELO DESCENDIT”, sulla quale si impostano due paraste lavorate con candelabri vegetali.
Esse, a loro volta, sorreggono un frontone sul cui fregio sta la scritta “HIC EST PANIS VIVUS”. Al centro del timpano triangolare è la colomba dello Spirito Santo.
La scena rappresentata in prospetto richiama l’iconografia basata sulle relazioni teologiche e devozionali tra la Risurrezione di Cristo e l’Eucarestia, tipica dei prospetti realizzati tra il Quattrocento e il Cinquecento.
Ai lati dell’apertura centrale stanno due angeli con le ali alzate e le mani incrociate sul petto in atto di preghiera verso Cristo risorto, raffigurato come un Gesù Bambino benedicente e posto al centro sopra l’apertura.
L’effetto prospettico è ottenuto mediante il degradare dello sfondo nella parte sommitale e basamentale.
Il tabernacolo presenta interventi successivi nella parte terminale destra del frontone. Un pezzo di marmo, sagomato a mo’ di cornice, è stato posto a sostituzione della parte mancante, senza però che fossero rispettate la natura e le proporzioni della composizione originale.
Sul retro, ma soprattutto internamente, il marmo non è rifinito, lasciando intravedere i segni dello scalpello fatti durante le prime fasi di lavorazione per la sgrossatura della pietra.